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"TEMPORARY" e "POP-UP" SHOP: IL CONCEPT-STORE CONTEMPORANEO

Pare che ultimamente più di un importante brand si sia lasciato tentare dalla moda dei ‘Temporary Shop’.



In foto la vetrina del temporary Shop aperto a Milano da Nivea

La foto è stata scattata da Kjpm





Si tratta, come indicato dal nome di ‘negozi temporanei’, ovvero punti vendita aperti in luoghi spesso spettacolari o improbabili, con una durata breve e prestabilita che va da pochi mesi ad addirittura pochi giorni. Una variante sul tema sono i ‘pop-up shop’, sempre negozi a tempo determinato ma che spuntano all’improvviso e che contano sul tam tam e sul passa parola per attirare l’interesse di potenziali clienti.

L'obiettivo dichiarato è quello di creare "l'evento" e di giocare sulla curiosità indotta dalla limitatezza. A questo scopo i luoghi scelti sono sempre significativi e spesso gli articoli in vendita sono esclusivi o edizioni limitate.

Ecco alcuni esempi di temporary shop: Reebok ha sperimentato il suo temporary a Los Angeles, con un negozio in cui si potevano trovare delle collezioni limitatissime firmate da artisti rap e edizioni variant limitate di alcuni "classici" dell'azienda americana
Gas, invece, ha puntato sulla location esclusiva: un palazzo del XIX secolo in uno dei quartieri più alla moda e innovativi della citta tedesca.
Anche a Milano ci sono già state diverse esperienze di temporary shop: per poco più di dieci giorni ha aperto i battenti vicino a corso Como il temporary store dedicato alla nuova collezione Paris Hilton Watches, mentre Lancôme, durante la settimana della moda, ha aperto in via della Spiga un negozio temporaneo della durata di 2 settimane dove le clienti potevano provare gratuitamente il nuovo trattamento peeling.

Il temporary shop, è , in conclusione, una scelta di marketing che sottolinea l’esclusività, la limitatezza e l’esperienza d’acquisto, per questa ragione ci aspettiamo di riparlarne e di vederlo ancora applicato per la comunicazione dei brand di lusso.

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