TURISMO SPAZIALE: QUANDO PRENOTEREMO AL LUNAR HILTON HOTEL?

Da un articolo apparso sul sito internet www.space.com e da un’intervista ad Eric Anderson, presidente della Space Adventures, emergono alcuni dati di un’analisi condotta alcuni anni fa fra persone residenti negli Stati Uniti e in Canada.
Da tale ricerca emerge che:
1. Al prezzo di 100.000 $ 10 mila persone all’anno acquisterebbero un biglietto per effettuare un volo sub-orbitale
2. Delle persone intervistate, il 51% vuole effettuare un volo nello spazio mentre il 19% vorrebbe partecipare ad attività riguardanti lo spazio come, per esempio, simulazioni
3. Fra le motivazioni delle persone che stanno alla base del loro desiderio di andare nello spazio troviamo la voglia di guardare la terra dallo spazio, di trovarsi “immersi” nello spazio, di sperimentare la sensazione di mancanza di peso, di trovarsi a bordo di una Stazione Spaziale.
Anche la NASA ha condotto un’analisi di mercato nel 1997-1998 su questi temi. In particolare pone l’accento sulle diverse forme di sfruttamento dello spazio e incoraggia le aziende private a muoversi nella direzione dello sviluppo dei voli sub-orbitali.
Così il Turismo Spaziale appare essere uno dei business più importanti dei prossimi anni e tante ricerche di mercato confermano tale tendenza.
Una camera nello spazio? Basta prenotare in tempo.
Stanley Kubrick e il suo “2001: Odissea nello spazio”, pellicola del 1968 entrata ormai a buon diritto nella storia del cinema, appaiono sempre più vicini nella realtà.
Il prodotto turistico “spazio” si sta organizzando e presentando all’utenza in modo diversificato al suo interno, con un opportuno lavoro di programmazione e marketing.
Oggi il potenziale turista può scegliere fra varie attività “terrestri” come la visione di un lancio Shuttle e Soyuz, la Centrifuga, la Neutral Buoyancy, fino ai voli a gravità zero, i voli sui jet militari, i voli suborbitali e quelli orbitali.
E tante analisi di mercato ci dimostrano la voglia di andare nello spazio. A parte quelle già citate ci sembra opportuno, in tale sede, ricordare quella realizzata in Giappone nell’estate del 1993, con la collaborazione dei laboratori aerospaziali nazionali giapponesi (NASDA) e dell’Università di Tokyo. A questi hanno fatto seguito una serie di studi standardizzati (in modo tale che si potessero confrontare i dati a livello mondiale) da parte della Germania, Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.
I dati hanno dimostrato un grande entusiasmo degli abitanti dei quattro paesi per il Turismo Spaziale.
Analizzando i dati raccolti da Collins, Stockmans e Maita nel loro studio “Demand for Space Tourism in America and Japan, and its implications for future space activities”, ci troviamo con un fatto davvero sorprendente: se il prezzo del biglietto per appena due giorni costasse meno di 10.000 $, sarebbero pronti a partire 500 mila turisti statunitensi.
Questo tipo di “viaggio” e di “esperienza”, considerato per motivi economici per pochi (ma i prezzi scenderanno presto), potrebbe essere considerato uno status symbol del nuovo secolo.
Vediamo alcune idee e progetti.
La Shimizu Corporation, società di Tokyo specializzata in architetture estreme, conta di costruire un hotel orbitante da 200 posti nell’arco dei prossimi vent’anni. L’hotel orbiterà a 450 chilometri dalla superficie terrestre e avrà 64 stanze e potrà godere di “gravità artificiale” ottenuta tramite moto rotatorio.
Altri studiosi e imprenditori hanno indicato la ISS come apripista degli alberghi orbitali.
Infatti ricordiamo che la ISS ha già ospitato a bordo gli unici due turisti.
A tal proposito, l’architetto Favatà, presso l’Università di Firenze, ha presentato un progetto che prevede moduli gonfiabili ed agganciabili alla ISS e ad altre piattaforme geostazionarie. La studiosa italiana prevede quattro livelli, di cui tre abitativi ed uno dedicato al reparto macchine. La struttura potrebbe accogliere dodici turisti. E al suo interno saranno presenti un ristorante, una discoteca, una zona multimediale.
La Nishimatsu Construction Corporation pensa alla Escargot City, la città lumaca fatta da tre conchiglie giganti, mentre la Obayashi ad una grande fattoria lunare autosufficiente con campi, orti e frutteti.
Si è pensato anche ad un complesso lunare: Lunar Hilton Hotel. Questo sarebbe un edificio composto da due torri alte 160 metri, in grado di accogliere 400 persone fra ospiti e personale. Ovviamente tutte strutture con pareti che utilizzeranno particolari vetri che assorbiranno le radiazioni e manterranno costante la temperatura all’interno dell’edificio.
Fra le altre curiosità legate ai progetti sul Turismo Spaziale troviamo la zero G swimming pool: 10 metri di diametro e 2 di profondità con mancanza di galleggiabilità naturale anche se è previsto un minimo di gravità generata artificialmente per motivi di sicurezza.
Oppure palestre anche perché i muscoli delle gambe perdono il loro tono a causa dell’assenza di gravità. E a tal proposito si veda il progetto Muscle Atrophy Research & Exercise System dell’ESA coordinato dal ricercatore italiano Dr. Paolo Barattini.
Il progetto più ambizioso è comunque quello disegnato da Collins in collaborazione con Fukuoka e Nishimura. Essi hanno disegnato un vero e proprio stadio.
E si parla di Zero Soccer e di altri sport davvero da fantascienza!
Da tale ricerca emerge che:
1. Al prezzo di 100.000 $ 10 mila persone all’anno acquisterebbero un biglietto per effettuare un volo sub-orbitale
2. Delle persone intervistate, il 51% vuole effettuare un volo nello spazio mentre il 19% vorrebbe partecipare ad attività riguardanti lo spazio come, per esempio, simulazioni
3. Fra le motivazioni delle persone che stanno alla base del loro desiderio di andare nello spazio troviamo la voglia di guardare la terra dallo spazio, di trovarsi “immersi” nello spazio, di sperimentare la sensazione di mancanza di peso, di trovarsi a bordo di una Stazione Spaziale.
Anche la NASA ha condotto un’analisi di mercato nel 1997-1998 su questi temi. In particolare pone l’accento sulle diverse forme di sfruttamento dello spazio e incoraggia le aziende private a muoversi nella direzione dello sviluppo dei voli sub-orbitali.
Così il Turismo Spaziale appare essere uno dei business più importanti dei prossimi anni e tante ricerche di mercato confermano tale tendenza.
Una camera nello spazio? Basta prenotare in tempo.
Stanley Kubrick e il suo “2001: Odissea nello spazio”, pellicola del 1968 entrata ormai a buon diritto nella storia del cinema, appaiono sempre più vicini nella realtà.
Il prodotto turistico “spazio” si sta organizzando e presentando all’utenza in modo diversificato al suo interno, con un opportuno lavoro di programmazione e marketing.
Oggi il potenziale turista può scegliere fra varie attività “terrestri” come la visione di un lancio Shuttle e Soyuz, la Centrifuga, la Neutral Buoyancy, fino ai voli a gravità zero, i voli sui jet militari, i voli suborbitali e quelli orbitali.
E tante analisi di mercato ci dimostrano la voglia di andare nello spazio. A parte quelle già citate ci sembra opportuno, in tale sede, ricordare quella realizzata in Giappone nell’estate del 1993, con la collaborazione dei laboratori aerospaziali nazionali giapponesi (NASDA) e dell’Università di Tokyo. A questi hanno fatto seguito una serie di studi standardizzati (in modo tale che si potessero confrontare i dati a livello mondiale) da parte della Germania, Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.
I dati hanno dimostrato un grande entusiasmo degli abitanti dei quattro paesi per il Turismo Spaziale.
Analizzando i dati raccolti da Collins, Stockmans e Maita nel loro studio “Demand for Space Tourism in America and Japan, and its implications for future space activities”, ci troviamo con un fatto davvero sorprendente: se il prezzo del biglietto per appena due giorni costasse meno di 10.000 $, sarebbero pronti a partire 500 mila turisti statunitensi.
Questo tipo di “viaggio” e di “esperienza”, considerato per motivi economici per pochi (ma i prezzi scenderanno presto), potrebbe essere considerato uno status symbol del nuovo secolo.
Vediamo alcune idee e progetti.
La Shimizu Corporation, società di Tokyo specializzata in architetture estreme, conta di costruire un hotel orbitante da 200 posti nell’arco dei prossimi vent’anni. L’hotel orbiterà a 450 chilometri dalla superficie terrestre e avrà 64 stanze e potrà godere di “gravità artificiale” ottenuta tramite moto rotatorio.
Altri studiosi e imprenditori hanno indicato la ISS come apripista degli alberghi orbitali.
Infatti ricordiamo che la ISS ha già ospitato a bordo gli unici due turisti.
A tal proposito, l’architetto Favatà, presso l’Università di Firenze, ha presentato un progetto che prevede moduli gonfiabili ed agganciabili alla ISS e ad altre piattaforme geostazionarie. La studiosa italiana prevede quattro livelli, di cui tre abitativi ed uno dedicato al reparto macchine. La struttura potrebbe accogliere dodici turisti. E al suo interno saranno presenti un ristorante, una discoteca, una zona multimediale.
La Nishimatsu Construction Corporation pensa alla Escargot City, la città lumaca fatta da tre conchiglie giganti, mentre la Obayashi ad una grande fattoria lunare autosufficiente con campi, orti e frutteti.
Si è pensato anche ad un complesso lunare: Lunar Hilton Hotel. Questo sarebbe un edificio composto da due torri alte 160 metri, in grado di accogliere 400 persone fra ospiti e personale. Ovviamente tutte strutture con pareti che utilizzeranno particolari vetri che assorbiranno le radiazioni e manterranno costante la temperatura all’interno dell’edificio.
Fra le altre curiosità legate ai progetti sul Turismo Spaziale troviamo la zero G swimming pool: 10 metri di diametro e 2 di profondità con mancanza di galleggiabilità naturale anche se è previsto un minimo di gravità generata artificialmente per motivi di sicurezza.
Oppure palestre anche perché i muscoli delle gambe perdono il loro tono a causa dell’assenza di gravità. E a tal proposito si veda il progetto Muscle Atrophy Research & Exercise System dell’ESA coordinato dal ricercatore italiano Dr. Paolo Barattini.
Il progetto più ambizioso è comunque quello disegnato da Collins in collaborazione con Fukuoka e Nishimura. Essi hanno disegnato un vero e proprio stadio.
E si parla di Zero Soccer e di altri sport davvero da fantascienza!
Giammarco Puntelli
Giammarco Puntelli, massmediologo e critico d'arte, è attualmente docente universitario e ricercatore.
Da oltre dieci anni è giornalista, attività per la quale ha vinto il premio Spino Fiorito nel 2004, manifestazione organizzata dalla Provincia di Massa Carrara in collaborazione con la Regione Toscana.
E' stato direttore della rivista dell'Apt di Massa Carrara.
Ha condotto incontri di successo o collaborato con studiosi, scrittori e giornalisti come Antonino Zichichi, Vittorio Sgarbi, Enrico Mentana, Sergio Zavoli, Renzo Allegri, Vittorio Messori, Alessandro Meluzzi e Luciano De Crescenzo.
PER APPROFONDIRE
SpaceLand in Italia è la prima agenzia specializzata che organizza viaggi-incentive in Gravità Zero, Gravità lunare e marziana.
www.spaceland.it
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