2010: IL LUSSO LASCIA IL POSTO ALLA QUALITA'
via Sint Blog
Il lusso rende? In un periodo di crisi, i grandi marchi e il settore del lusso sembrano non aver subito flessioni, ma durante il 2010 potrebbero risentire delle negatività . Più del nome scintillante, quindi, il trend da cavalcare è quello dell’eccellenza.

Un’eccellenza che deve investire sia i prodotti sia i progetti destinati alle fasce alte del mercato, puntando in particolar modo sulla storia e l’immagine storica dell’azienda: una sorta di ridimensionamento, di calo della voce, che riporti l’attenzione sulla qualità reale piuttosto che sui benefit aspirazionali insiti nell’oggetto di lusso. Una strategia, inoltre, che si rivolge in particolar modo a quei target attenti da sempre al consumo qualitativo nel campo del lusso. Ma non solo: tra i mercati nei quali investire, infatti, quello cinese la fa da padrone.
Un percorso di riposizionamento che è stato ben sviscerato da Armando Branchini, esperto di marketing a livello internazionale e docente di gestione delle imprese di moda e design alla Bocconi di Milano : “Negli ultimi anni il lusso è stato termine usato e abusato e non a caso chi se ne è fregiato per descrivere la propria realtà , nel lungo periodo ha dimostrato di avere poche cose alle spalle. Non a caso quando nel '91 decidemmo di creare un'associazione per dar voce alle aziende di un certo livello scegliemmo di porre come
denominatore comune l'eccellenza, che può riguardare una sedia in policarbonato come un collier di pietre dure o uno yacht. E questa rimane oggi una costante per valutare metodo, piani futuri e successo di una realtà imprenditoriale”.
Qualità che si unisce a innovazione ed heritage, dimenticando i riferimenti all’effimero e all’opulento che il concetto di lusso porta con sé. Pensiamo ai nomi che restano: hanno tutti strategie vicine al consumatore, che offrono qualità e innovazione senza dimenticare la tradizione!
Il lusso rende? In un periodo di crisi, i grandi marchi e il settore del lusso sembrano non aver subito flessioni, ma durante il 2010 potrebbero risentire delle negatività . Più del nome scintillante, quindi, il trend da cavalcare è quello dell’eccellenza.

Un’eccellenza che deve investire sia i prodotti sia i progetti destinati alle fasce alte del mercato, puntando in particolar modo sulla storia e l’immagine storica dell’azienda: una sorta di ridimensionamento, di calo della voce, che riporti l’attenzione sulla qualità reale piuttosto che sui benefit aspirazionali insiti nell’oggetto di lusso. Una strategia, inoltre, che si rivolge in particolar modo a quei target attenti da sempre al consumo qualitativo nel campo del lusso. Ma non solo: tra i mercati nei quali investire, infatti, quello cinese la fa da padrone.
Un percorso di riposizionamento che è stato ben sviscerato da Armando Branchini, esperto di marketing a livello internazionale e docente di gestione delle imprese di moda e design alla Bocconi di Milano : “Negli ultimi anni il lusso è stato termine usato e abusato e non a caso chi se ne è fregiato per descrivere la propria realtà , nel lungo periodo ha dimostrato di avere poche cose alle spalle. Non a caso quando nel '91 decidemmo di creare un'associazione per dar voce alle aziende di un certo livello scegliemmo di porre come
denominatore comune l'eccellenza, che può riguardare una sedia in policarbonato come un collier di pietre dure o uno yacht. E questa rimane oggi una costante per valutare metodo, piani futuri e successo di una realtà imprenditoriale”.
Qualità che si unisce a innovazione ed heritage, dimenticando i riferimenti all’effimero e all’opulento che il concetto di lusso porta con sé. Pensiamo ai nomi che restano: hanno tutti strategie vicine al consumatore, che offrono qualità e innovazione senza dimenticare la tradizione!
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